L’Italia riparte dopo il lockdown imposto in piena emergenza Covid, e lo fa con più attenzione alle norme igieniche e di sicurezza, anche e soprattutto in tutti quei settori in cui la salute è potenzialmente più a rischio degli altri.
È il caso degli studi dentistici, in cui il contatto tra medico e paziente è molto stretto, e dove il rischio di trasmissione si rivela più elevato che in altri ambiti.
Niente paura però, perché sono stati messi a punto dei protocolli specifici per la ripresa in tutta sicurezza dal dentista.
Ne parla tra l’altro l’ANDI, Associazione Nazionale Dentisti Italiani, che fornisce anche le linee guida che sia il medico che chi si rivolge al dentista dovranno adottare.
La campagna ANDI per la sicurezza dal dentista
Ha avuto molta eco la campagna promossa dall’Associazione Dentisti, trasmessa anche sulle reti nazionali, che riprende i protocolli licenziati da altre associazioni di categoria, tutte unite per rendere lo studio del dentista a prova di contagio.
Si tratta di buone norme, le cosiddette ‘best practices’, che dovranno essere seguite al momento di prendere un appuntamento.
Sì, perché il ‘pretriage’, così è stato definito, comincia prima della visita vera e propria.
Al momento di fissare una visita, l’utente dovrà infatti rispondere a delle semplici domande con le quali l’assistente di studio dovrà verificare se le condizioni della persona con cui sta parlando possano o meno essere compatibili con una sindrome simil influenzale.
Accertato lo stato apparente di salute del paziente si può procedere con lo stabilire una data e un orario per la visita.
A questo punto, naturalmente, i medici fanno affidamento sulla sincerità e sulla fattiva collaborazione del loro paziente.
L’importanza del questionario al momento della visita
Il motivo di questa collaborazione si rivela una volta che il paziente è arrivato in studio.
Qui dovrà confermare quanto anticipato telefonicamente compilando un questionario scritto che poi dovrà firmare, come una sorta di autocertificazione delle proprie dichiarazioni, che dovranno essere quindi veritiere.
Tutti, nello studio, dovranno indossare la mascherina, e si procederà per appuntamento.
Si sarà da soli in sala d’attesa, ma non si potrà più consultare una rivista, perché queste verranno abolite in quanto possibile veicolo di infezione.
L’assistente di studio provvederà poi ad informarsi su alcuni punti che all’apparenza potrebbero sfuggire, ma che invece si rivelano importanti.
Facciamo un esempio di quello che ci potrebbe essere chiesto:
- presenza di febbre
- presenza di tosse
- fatica alla respirazione
- sintomi particolari quali alterazioni del gusto (cosa a cui probabilmente non si pensa e che invece sembra indicativo).
Una volta disinfettate le mani, si è pronti per sedersi sulla poltrona del dentista e cominciare la visita vera e propria.
Le dichiarazioni di Virginio Bobba, segretario ANDI: ‘in arrivo nuova strumentazione’
Il segretario dell’ANDI ha voluto commentare, in un’intervista rilasciata al telegiornale della terza rete, l’utilizzo degli apparecchi chirurgici in dotazione agli studi medici.
Il dottor Bobba ha spiegato che durante una visita in cui si utilizzi il trapano, o in cui si impieghi uno strumento capace di far rilasciare al paziente saliva in aerosol, il rischio di un eventuale contagio aumenta.
Innanzitutto quindi, spiega, il dentista si doterà, oltre che della consueta mascherina chirurgica, anche di una visiera di protezione.
In secondo luogo ha anticipato l’arrivo di una nuova strumentazione che renderà più sicure le operazioni di intervento nella bocca del paziente.
Bobba ha voluto poi affrontare un tema delicato come quello dell’aumento dei costi nel prossimo futuro.
Dal dentista nella fase 2: come potrebbero aumentare i costi?
Un altro aspetto importante della ripresa post fase 1 è quello del possibile aumento dei costi di gestione degli studi medici che potrebbe ricadere sulle fatture.
Il motivo sta nel fatto che tutti i materiali che saranno impiegati dovranno essere monouso, oltre che sanificati.
Tuttavia l’ANDI tiene a far sapere che i costi non dovranno incidere sulla spesa dell’utente finale, e raccomanda quindi a tutti i suoi iscritti di non gravare le fatture con queste voci.
La sicurezza è garantita anche per l’operatore sanitario
La grande attenzione posta al tema della sicurezza vale naturalmente anche per il comparto degli operatori sanitari, come conferma il presidente dell’ANDI Carlo Ghirlanda.
Gli fa eco l’AIOl, l’Associazione Italiana Odontoiatri, che propone il metodo delle 3D. Di cosa si tratta?
Semplicemente del riassunto schematizzato di ciò che ciascuno di noi può e deve applicare quando si reca dal dentista.
La prima D sta per ‘dispenser’, e implica la disinfezione delle mani al momento in cui si arriva in studio. La seconda D indica il ‘distanziamento’, che dovrà essere adottato nel rispetto di tutti quelli con cui si entra in contatto.
La terza D infine significa ‘dispositivi’ di sicurezza, dalle mascherine ai ferri chirurgici che saranno sempre sanificati.
La dottoressa Cardamone, segretaria dell’AIO, ha voluto però rassicurare tutti.
Ha giustamente sottolineato infatti come le misure precauzionali già esistenti erano del tutto valide per proteggere medici e pazienti. Ora lo saranno anche di più.