Bruxismo notturno: cause, sintomi e trattamenti

Se digrigni o serri con forza i denti in modo involontario è probabile che tu soffra di bruxismo, disturbo che sebbene possa manifestarsi anche di giorno, è nella sua variante notturna molto difficile da diagnosticare.

Il pericolo di questa patologia risiede nella forza che viene generata durante il fenomeno e che pone seri rischi tanto per i denti quanto per la mascella e, nei casi più gravi, può generare la disfunzione dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).

Vediamo di comprendere insieme quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti a cui puoi sottoporti per ridurre – quando non eliminare – questo disturbo che può abbassare sensibilmente la qualità della tua vita.

Cos’è il bruxismo notturno

Come anticipato, il bruxismo del sonno è l’atto di digrignare i denti mentre dormi e sono i muscoli che usi per masticare che ne consentono il meccanismo di serraggio e contemporaneo movimento, attivando l’azione per l’intero sistema maxillo-facciale.

Secondo gli studi effettuati dal National Center for Biotechnology Information (NCBI) è nelle persone fino ai 35-40 anni che questo disturbo è più frequente, ma ciò non toglie che possa presentarsi anche in chi supera questa fascia.

Le cause del bruxismo notturno

Sebbene la causa che può innescare questo fenomeno possa non essere unica, gli studi riportati dall’American National Library of Medicine identificano un insieme di elementi che di certo aumentano la probabilità che insorga il digrignamento dei denti di notte.

Le ultime ricerche in materia tendono a mettere l’accento sull’irregolarità del ciclo del sonno, dando la responsabilità del tuo disagio a un eccesso di microrisvegli soprattutto durante la fase REM (Rapid Eye Movement) che comportano un aumento dell’attività dell’encefalo e del sistema cardiovascolare.

Ma i ricercatori hanno identificato anche nello stress derivante tanto dalla vita di ogni giorno quanto da eventi straordinari, nell’ansia e nel tuo possibile stile di vita, qualora dovessi esagerare con l’alcol, il fumo e i cibi troppo pesanti, delle rilevanti cause per il manifestarsi del bruxismo nel sonno, insieme al russamento.

Bruxismo notturno: sintomi e conseguenze

Se sei affetto da questa patologia, i normali movimenti involontari della bocca (RMMA – Rhythmic Masticatory Muscle Activity) aumenteranno la loro frequenza e, a meno che qualcuno non te lo faccia notare il mattino dopo, l’unico indizio che avrai del fenomeno è un irritante dolore al collo e alla mascella, oltre all’emicrania, disagi che derivano dalla contrazione ritmica della muscolatura interessata.

Osserva anche i denti: se ne trovi qualcuno danneggiato, scheggiato o lineato senza alcuna ragione nota, la probabilità che tu soffra di digrignamento notturno diventa alta ed è bene fissare una visita dal dentista.

Come conseguenza di tutto ciò, potresti anche sviluppare la disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM), che comporta dolori acuti alla parte del viso interessata dalla masticazione, rumori preoccupanti, i cosiddetti schiocchi e, nei casi più gravi, il bloccaggio dell’osso.

Naturalmente c’è la possibilità che tu non abbia problemi così gravi, ma vale la pena sottovalutare i sintomi e rischiare disagi cronici solo per non andare dal dentista a farti controllare?

Terapie per curare il bruxismo del sonno

Solo un professionista può diagnosticare in modo preciso il bruxismo e il trattamento a cui egli ti sottoporrà dipende dal tipo e dalla gravità del disturbo ma, generalmente, cercherà di ridurre il movimento muscolare della zona interessata.

Si tratta di realizzare, dopo aver analizzato le informazioni che avrai fornito durante l’anamnesi e gli esami più approfonditi effettuati sia visivamente sia con soluzioni come l’imaging ad alta definizione, una cura che può prevedere l’uso di dispositivi per proteggere i denti come il bite, siano essi morbidi o rigidi, e placche di svincolo – da usare quando vai a letto, alle tecniche di rilassamento e meditazione come lo yoga e il controllo della respirazione.

Anche una TCC (Terapia Cognitivo Comportamentale) del sonno può essere un approccio non farmacologico che egli potrebbe consigliarti, così come l’adottare stili di vita più sani e regolari, il tutto per il tuo benessere psicofisico.

Solo nei casi più gravi, può essere prevista la prescrizione di ansiolitici e rilassanti muscolari, ma è sempre meglio rivolgersi al dentista prima di arrivare a estremi che possono arrivare anche a interventi chirurgici a carico dell’ATM.