Se il vostro sorriso si sta progressivamente spegnendo e i vostri denti appaiono gialli e ricoperti di un’antiestetica patina, è giunto il momento di fare chiarezza e di capire qual è l’approccio corretto per migliorare la salute della bocca.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio in cosa consiste il tartaro, come si manifesta e in che modo è possibile tenerlo fuori dalla propria vita.
In cosa consiste il tartaro
Per tartaro si intende un insieme di residui di cibo, batteri e cellule morte, che vanno a costituire la cosiddetta placca batterica.
Questa tende a depositarsi sui denti e nel corso del tempo si mineralizza, fissandosi sullo smalto e formando una sorta di sgradevole rivestimento.
Se non viene rimossa periodicamente, questa pregiudica la salute del dente e finisce per minare la sua naturale bellezza.
La pulizia quotidiana è pertanto fondamentale per eliminare quanto accumulato durante il giorno, ma è opportuno intervenire anche con una pulizia dei denti con cadenza semestrale per fare in modo di togliere definitivamente ciò che è sfuggito.
Il suggerimento è quello di non far passare più di 8 ore tra un lavaggio dei denti e il successivo, poiché questo è il tempo necessario alla placca per trasformarsi in tartaro e richiedere uno sforzo maggiore per essere rimosso.
Lavarsi i denti 3 volte al giorno e passare accuratamente il filo interdentale sono ottime abitudini di vita che contrastano almeno in parte il problema.
Quanti tipi di tartaro esistono?
Il tartaro è formato da una serie di sostanze organiche che si sedimentano sullo smalto, andando a intaccarlo in maniera più o meno significativa in base all’igiene orale che viene portata a termine ogni giorno.
Possiamo distinguere due differenti tipi di placca, quella sopragengivale e sottogengivale.
Nel primo caso si manifesta con delle incrostazioni di colore giallo al di sopra del dente, che formano una sorta di aureola ben visibile, nel secondo, invece, si insinua all’interno della gengiva stessa, creando delle pericolose sacche che non è possibile tenere sotto controllo.
Se si infiammano, infatti, potrebbero dare vita a dolorosi ascessi e compromettere per sempre la salute del dente, più soggetto a carie e deperimento perché minato dalle fondamenta.
Se il tartaro sopragengivale si può in parte eliminare con un’accurata spazzolatura del denti ogni giorno, quello sottogengivale deve essere trattato da un professionista, che saprà rimuoverlo almeno in parte con la strumentazione adeguata, in modo da salvare l’arcata dentaria che si trova al di sopra.
Se questa operazione non viene eseguita periodicamente, il rischio di alitosi è molto forte, poiché i residui di cibo depositati all’interno provocano cattivi odori con il passare del tempo.
Se vi state chiedendo come riconoscere il tartaro, si tratta di un’operazione piuttosto semplice, poiché vedrete formarsi una patina di colore giallo, che diviene mano a mano più intenso fino a declinare addirittura sui toni del marrone e del nero nei casi peggiori.
Prima che la situazione precipiti, è opportuno recarsi dal dentista e trovare la strategia migliore per ovviare al problema.
Quali sono i problemi legati al tartaro
A causa di una cattiva igiene orale, di denti storti e di una produzione eccessiva di saliva, il tartaro può divenire un problema serio all’interno della bocca.
Il primo disagio che potrebbe colpirvi è quello di vedere progressivamente i denti cariarsi, soprattutto se la placca si è insinuata all’interno e l’infezione cresce senza che voi ve ne possiate rendere conto se non quando è ormai troppo tardi.
Solo un professionista del settore può distinguere il tartaro dalla carie e procedere con un’otturazione nel punto esatto in cui si è venuto a formare il buco.
Quando la carie non viene curata adeguatamente, i batteri superano la barriera dello smalto e arrivano fino alla polpa, consumando l’interno con il rischio di creare cisti, glaucomi e dolorosi ascessi.
Come potete notare quello della placca è un problema davvero serio, che in casi meno gravi provoca rossore e infiammazione della gengiva, con conseguente sanguinamento, mentre in quelli peggiori conduce anche a malattie significative come la piorrea, che determina un consumo eccessivo dell’osso posto al di sotto dell’arcata con conseguente perdita dei denti.
Come eliminare il tartaro dai denti
Il primo approccio che il dentista attua se la situazione tartaro all’interno della bocca non è così grave è quella dell’ablazione, che consiste nella sua rimozione utilizzando degli strumenti meccanici che rompono la placca che si è venuta a creare senza in alcun modo danneggiare lo smalto.
Se questa operazione viene ripetuta ogni sei mesi la situazione dovrebbe mantenersi sotto controllo, altrimenti potrebbero sopraggiungere una o più delle problematiche sopra citate.